I Trentini nella guerra europea (1914 -1920)
In occasione del Centenario della Grande Guerra la Fondazione Museo storico del Trentino propone la mostra I Trentini nella guerra europea (1914 -1920) che rimarrà aperta durante tutte le iniziative legate al Centenario. Il percorso espositivo curato da Quinto Antonelli avrà soprattutto finalità divulgative. Caratterizzato da una narrazione piana e da uno sviluppo cronologico, non rinuncia, tuttavia, ad enfatizzare gli aspetti più cruciali di quella vicenda.
La mostra, allestita nella galleria bianca in occasione del centenario della Grande Guerra, ha soprattutto finalità divulgative: intende raccontare, nei modi propri di un percorso espositivo, le durissime prove cui vennero sottoposti i Trentini nel corso del conflitto. Caratterizzata da una narrazione piana e da uno sviluppo cronologico non rinuncia, tuttavia, ad enfatizzare gli aspetti più cruciali di quelle vicende.
La grande mappa. La mostra intende innanzitutto dispiegare la grande mappa plurinazionale e plurilingue dei territori dove si consumò il dramma dei trentini: dall'Italia alla Boemia, dalla Galizia alla Siberia, dalla Cina agli Stati Uniti. Volendo ribadire che la guerra vissuta dai trentini (molti dei quali si trasformarono via via in fuorusciti, profughi, internati, combattenti nell'esercito austriaco sul fronte galiziano, soldati volontari nell'esercito italiano) fu davvero una guerra grande, vissuta su un vastissimo scenario. La geografia è, quindi, la grande protagonista di questa mostra. Le mappe accompagneranno il visitatore dal Trentino lungo i diversi itinerari dei combattenti (Serbia, Galizia, Volinia, Romania, Albania, Ucraina), dei prigionieri (Russia, Siberia, Cina, Stati Uniti, Italia), dei profughi (Austria, Moravia, Boemia, Italia), degli internati (Austria, Italia).
Popoli e culture. La guerra mescolò popoli e culture: anche i trentini si trovarono a dover confrontarsi con lingue, religioni, usi e costumi radicalmente differenti. Per i soldati fatti prigionieri dai Russi e dispersi sul grande territorio siberiano la prigionia divenne un'esperienza antropologica di grande portata. Su ciò che provarono e videro, i trentini scrissero diari e poesie, scattarono fotografie, fecero disegni e quadri, collezionarono cartoline ed oggetti.
La costrizione, la violenza. L'insistenza sulla dimensione violenta e luttuosa della guerra costituisce il terzo aspetto di questa mostra. Sul versante dei civili intende ricordare l'universo costrittivo, quando non coercitivo, dei baraccamenti per i profughi e per gli internati. Sul versante dei soldati la mostra insiste sulla dimensione di massa della morte in guerra e sullo spregio del corpo. Il Trentino, svuotato in gran parte della sua popolazione, si riempie di reduci feriti, amputati, ammalati.
Il percorso. La mostra è articolata in cinque sezioni, ognuna intitolata ad un anno di guerra, più una sesta sezione-appendice dedicata all'immediato dopoguerra.
Ogni sezione è composta da una cronologia generale sull'andamento della guerra, quasi a ricordare che le vicende dei Trentini vanno considerate parte di una storia più vasta. Seguono le mappe, gli eventi e, infine, le storie emblematiche, cinque racconti biografici in qualche modo esemplari.
I materiali. Il racconto (una vera e propria messa in scena) utilizza una varietà di documenti, oggetti e testimonianze: fotografie, cartoline illustrate, disegni popolari conservati nei diari personali, opere di pittori, memorie funebri, manoscritti, oggetti (dal frammento di granata all'anello di alluminio fabbricato nelle trincee).
Una produzione della Fondazione Museo storico del Trentino
A cura di Quinto Antonelli